Esplorando il Pascua - Parte II

Il giorno seguente abbiamo attraversato tutti il Quiroz. A metà strada un elicottero giallo ci si è avvicinato lentamente e ci ha sorpassato in una direzione, ha girato intorno e ci ha sorvolato nell’altra. Non gli abbiamo prestato molta attenzione. Eravamo troppo occupati a divertirci guidando la cabina della funivia – anche se eravamo bagnati dall vita in giù, visto che la funivia si abbassava e la cabina imbarcava acqua per la maggior parte del viaggio.

magellanic coigue and guaiteca cipres
magellanic coigue and guaiteca cipres
Gary Hughes

Dopo esserci cambiati, ci siamo inotrati nel territorio più strano della nostra spedizione, una zona paludosa chiamata maillin. Fortunatamente il tempo era stato asciutto e il maillin era calpestabile – almeno un po’. Sembrava solido finchè non ci mettevi un piede. In quel momento realizzavi che era un sottile tappeto di muschio e altra vegetazione che galleggiava nell’acqua. A intervalli regolari c’erano isole di amareno e larice. Inizialmente abbiamo tracciato una linea diretta per queste tre isole, pensando che quegli alberi crescessero su un terreno solido. Invece ci siamo trovati di fronte alla foresta più bizzarra che avessimo mai visto, con piccoli e antichi alberi – alcuni simili a bonsai - che crescevano su cumuli di torba circondati dall’acqua. Alla fine, siamo riusciti ad attraversare il maillin solo camminando intorno a queste piccole foreste galleggianti!

Dopo il maillin, abbiamo cominciato a salire verso il punto più alto, dal quale saremmo eventualmente scesi verso il nostro punto di raccolta sul lago Quetrue.

Densely Forested Rio Pascua Canyon
Densely Forested Rio Pascua Canyon
Gary Hughes

Dopo aver raggiunto 700 metri di altezza, abbiamo seguito una serie di ruscelli a piccoli laghi, fino ad incontrare un grosso ostacolo.

Non era il Grand Canyon, ma per il nostro gruppo, che cercava di raggiungere il punto di raccolta in tre giorni, pensare a come aggirare il canyon del Pascua era tanto scoraggiante quanto il Grand Canyon. Mentre eravamo seduti sul bordo del gigantesco precipizio, l’elicottero giallo è apparso di nuovo. Ci ha sorvolato diverse volte, prendendo chiaramente appunti o facendo foto.

Camp Just Below Snowline
Camp Just Below Snowline
Gary Hughes

Infine, per aggirare quel particolare canyon, abbiamo dovuto camminare nella neve per tutto il percorso e dopo quella fatica eravamo decisamente pronti per accamparci.
Il giorno seguente ci siamo arrampicati fino ad una piccola oasi in cima al canyon e abbiamo cominciato a salire verso le tre cime sconosciute. Durante questo tratto di spedizione abbiamo trovato molte più tracce di huemul di quante non ne avessimo viste durante gli altri giorni di viaggio. Lo schivo huemul e un grosso bellissimo cervo, nativo della Patagonia. I cileni sono così orgogliosi di questa creatura da metterla sulle uniformi dell’esercito. Ma la società cilena ha avuto così poco riguardo per l’habitat naturale dell’huemul, che oggi ne rimangono solo 3.000 esemplari. Il loro scarso numero e l’estrema timidezza, rendono questo animale molto difficile da avvistare.

La notte prima del ritorno ci siamo accampati sopra la linea degli alberi. Mentre preparavamo la cena, un piccolo cinclode dal petto scuro ci ha raggiunto. Oltre al piccolo intrepido uccello e a un po’ di mischio, eravamo l’unica forma di vita visibile in questo particolare angolo della terra. Ma eravamo circondati da uno dei più bei paesaggi della terra, le Ande coperte di neve e il sole al di là della catena costiera della Patagonia.

Il giorno seguente era in programma che ci venissero a prendere. A quel punto già parecchi di noi avevano escoriazioni sui piedi per cui ci sarebbero volute settimane intere prima di una completa guarigione. Fortunatamente Gary aveva fatto in modo che i nostri piedi non subissero i danni maggiori prima dell’ultimi giorno, sebbene proprio in quell’occasione dovemmo raggiungere la vetta più alta della nostra spedizione, per poi ridiscendere al punto più basso e ricoperto di cespugli dell’intero viaggio.

Il percorso è iniziato con diverse salite e discese ripide per superare numerosi crepacci. Ad un certo punto abbiamo visto l’uccello più raro incontrato durante il viaggio, il trinocoro panciabianca. Tre esemplari hanno prima volato sulle nostre teste e poi ci sono passati a pochi metri di distanza. Una volta raggiunto il più alto dei tre picchi senza nome, si è presentata davanti ai nostri occhi la vista più mozzafiato dell’intera spedizione. Da una parte il corso impetuoso del Pascua, dall’altra le ande che sembravano toccare il cielo, poi ancora degli iceberg nel bel mezzo di un lago. Dopo un breve riposo ed aver scattato alcune foto, abbiamo iniziato la nostra discesa in un punto dove, stando alle parole di Gary, la gravità sarebbe stata il nostro più caro amico. Per alcuni minuti quanto detto da Gary si è rivelato esatto e la nostra destinazione, il lago Quetrue, ci si è subito palesata. Ma successivamente abbiamo avuto a che fare con il momento più impegnativo del nostro viaggio: una discesa da oltre mille metri verso il lago, con una pendenza da brivido in mezzo a vaste macchie boschive.



Alla fine siamo scivolati per metri e metri, finché non ci siamo completamente persi. Ad un certo punto Gary si è spinto in avanti per cercare un sentiero e io ho aspettato il resto del gruppo fino al suo arrivo. Per 15 minuti sono rimasto totalmente da solo nel cuore della foresta. In quel lasso di tempo avvistai un uccello cileno, il cui nome si sente spesso, che è molto diffiicle da vedere nelle foreste del Cile meridionale, il chucao. Nè l’uccelo nè io facemmo rumore, mentre ci godevamo la più ravvicinata e lunga osservazione che ognuno dei due aveva avuto dell’altra specie.

Andes in the Distance
Andes in the Distance
Gary Hughes

Gary aveva trovato il ruscello e tutti lo abbiamo seguito a valle per circa dieci metri fino alle grandi cascate che bloccavano il passaggio. Siamo stati obbligati a scalare la ripida sponda del ruscello, fino al tramonto speravamo di trovare un varco fra la boscaglia che ci permettesse di proseguire.

Abbiamo trovato un passaggio solo attraversando una serie di fitti labirinti di vegetazione. La vista di due colibrì dal dorso verde era ispirante, ma ironicamente il segnale che ci ha permesso di continuare a sperare, è stata la vista di una strada che portava ad una cava di ghiaia. Sapevamo che una stada conduce ad altre strade che ci avrebbero portato al nostro punto di raccolta.

Al tramonto, il 29 genanio 2008, siamo arrivati al punto di raccolta e abbiamo aspettato, ma non è arrivato nessuno. (Abbiamo saputo più tardi che la nostra persona di riferimento era venuta a cercarci e poi aveva rinunciato). Così, ci siamo accampati sulla strada rocciosa per l’ottava e ultima notte vicino all’impetuoso fiume Pascua. Il fiume scrosciava e noi abbiamo pranzato con i resti delle nostre razioni da campo, ci siamo scambiati impressioni sugli uccelli e le altre creature che avevamo visto, non vedendo l’ora di una doccia calda.

Aquamarine Waters of the Pascua
Aquamarine Waters of the Pascua
Gary Hughes

Il giorno seguente, abbiamo navigato per mezz’ora sul Pascua, dal punto di raccolta al piccolo ostello del nostro sponsor sul lago Quetrue. Alla confluenza fra il lago e il fiume c’era una straordinario contrasto di colori, la brillante acquamarina dei sedimenti glaciali del Pascua contro il blu profondo del lago. Nell’attraversare il confine, ho avvertito qualcosa che solo più tardi sono stato in grado di comprendere, dopo l’incredibile viaggio di ritorno, dai 49 gradi sud, dove ho cominciato a conoscere il fiume Pascua, ai 49 gradi nord di Bellingham, Washington, dove vivo e lavoro. Fino ad allora avevo attraversato altri confini, molti dei quali solo linee immaginarie su una mappa, ma quando l’acquamarina si è tarsformata nel blu tra il Pascua e il lago Quetrue, ho sperimentato il vero confine tra me e il fiume. Ed è stato quello il momento in cui ho capito chiaramente che, per una settimana, ero stato parte del suo feroce mondo selvaggio.

Esser parte del mondo del Pascua è capire cose come l’evanescente tesoro delle acque pure, la preziosa magia della vita selvaggia che non teme ancora l’uomo, e la santità dei luoghi naturali immutati – cose che hanno una forte attrazione per me e per altri con valori simili ai miei. Ma l’esperienza comprende qualcos’altro, qualcosa che dovrebbe respingere me i miei simili. In molti punti durante la spedizione, mi sono sentito un intruso, sentivo di non appartenere a questo straordinario luogo. E credo sia vero, forse la ragione per la quale abbiamo visto così poche tracce di presenza umana - nessun graffito, nè punte di freccia, cocci di ceramica, vecchie mura o mucchi di ossa – è che, fino a tempi molto recenti, la nostra specie ha avuto il buon senso di stare alla larga dal mondo del Pascua.

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Aaron Sanger is our Patagonia Campaign Coordinator and a former trial lawyer whose ground-breaking work protecting Chilean forests has been featured in the Wall Street Journal as well as in high-profile Chilean publications such as El Mercurio. Read his full bio here.


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Here are some animals and plants—part of the Pascua’s world—that we observed on our expedition:

Birds:

Cinereous harrier (Circus cinereus)
Hellmayr's Pipit (Anthus hellmayri)
Dark-faced ground tyrant (Muscisaxicola macloviana)
Red-backed hawk (Buteo polyosoma)
White-crested elaenia (Elaenia albiceps)
Austral thrush (Turdus falcklandii)
Mourning sierra-finch (Phrygilus fruticeti)
Thorn-tailed rayadito (aphrastura spinicauda)
Andean condor (vultur gryphus)
Torrent duck (merganetta armata)
Ashy-headed goose (chloephaga poliocephala)
Magellanic woodpecker (campephilus magellanicus)
Patagonian tyrant (ochthoeca parvirostris)
Austral blackbird (curaeus curaeus)
Black-throated huet-huet (Pteroptochos tarnii).
Chucao tapaculo (scelorchilus rubecula)
dark-bellied cinclodes (cinclodes patagonicus)
Yellow-bridled finch (melanodera xanthogramma)
White-bellied seed-snipe (attagis malouinus)
Green-backed firecrown hummingbird (sephanoides sephanoides)

Amphibians:

Yellow-striped toad

Mammals:

Huemul (hippocamelus bisulcus)

Trees:

Magellanic coigue (nothofagus betuloides)
Guaiteca cipres (pilgerodendron uviferum)
Nirre (nothofagus oblique)
Lenga (nothofagus pumilio)